25 gennaio 2007

LA LONTANANZA, SAI...


...è come il vento. Bella canzone, ma certe volte la lontananza è come un lampo: illumina ciò che abbiamo attorno e ci fa notare che manca qualcosa. Qualcosa che, forse, è semplicemente lontano oppure non ci è mai stato vicino. Un flash e di colpo scopriamo che viviamo senza qualcosa. Ed è sempre qualcosa che non si può comprare, come un pacchetto di Lucky Strike o un chilo di arance. E' sempre qualcosa che non ha un prezzo, come un valore, un idea, una speranza. Per anni siamo stati lontani da quel qualcosa e la lontananza, di colpo, ci fa scoprire che valore potrebbe avere nelle nostre mani quel qualcosa. Cari baccelli, ognuno di noi ha qualcosa che gli manca e non tutti sono così fortunati da sapere cosa sia. Talvolta saperlo è persino peggio. E' come avere coscienza di essere ciò che non si vorrebbe ma non si hanno alternative. Ogni sogno che facciamo parla di noi, come siamo o come vorremmo essere; e sono anni e anni che sognamo e spesso abbiamo sogni ricorrenti. Quanto ci vorrà ancora prima che almeno uno di essi diventi vero? Come cambierebbe la nostra maniera di guardare le cose se riuscissimo, per un istante, a scongelarci il cervello e l'anima? E come cambierebbe la nostra sopravvivenza quotidiana se, di colpo, diventasse la vita che abbiamo sempre e solo sognato? Un amore vero, la fine di un amore falso, un Nobel, una partenza senza ritorno per l'Isola Che C'E' (cazzo se c'è, solo che è già occupata dai soliti quattro stronzi), un abbraccio sincero, una casa senza muri o quel che volete. Cari baccelli, un giorno ci sveglieremo senza aver sognato e ci renderemo conto di aver finito il bonus di sogni che abbiamo in dotazione. Non sarà un bel giorno.

Amaramente sogghignante, ma sempre Vostro

Zio

18 gennaio 2007

L'ANTENATO DELLO ZIO...


...suonava un liuto mentre Annibale Carracci lo dipingeva. La somiglianza con il sottoscritto è notevole, liuto a parte. Me l'ha fatto notare una signora che ama i libri di Simenon, l'arte e la musica e che si fida dei miei consigli di libraio.
E' andata a vedere una mostra di Carracci e mi ha detto di avermi visto o, meglio, di aver visto un mio possibile antenato ritratto dal celebre pittore. Vero. Devo ammetterlo. Ho già vissuto tempo fa ed ero un nobile appassionato di musica.
Sono stato scoperto!!
Il ritratto di Zio Gray!! Il quadro invecchia, io no.
Fa bene crederci, ogni tanto. Se trovate qualche vostro sosia immortalato in un quadro fatelo sapere. E' bello credere di far parte dell'arte e non solo di questo pantano metropolitano (la rima interna è voluta e permessa solo a chi conosce l'uso dell'anadiplosi).
Buonanotte, baccelli archetipici! Stanotte dormirò in cornice.

P.S. - Chi mi conosce sa che sono astemio e non faccio uso di droghe. Chi non mi conosce lo sa da adesso. Sono così quando sono normale. Pensate che farei e/o direi se alterassi il mio stato di coscienza.
E voi? Per essere sinceri e sconvolgenti quanto dovete assumere? Provate a stare sobri e puliti: quello che succede ogni minuto è più potente del crack!!

15 gennaio 2007

E SE DOMANI...


...ci vedessimo tutti quanti in faccia? Voglio dire: sul serio, realmente. Se ci togliessimo dal muso quell'espressione da specchio che proviamo a lungo prima di uscire di casa ogni mattina? Se per una volta lasciassimo che l'espressione fosse davvero la fotografia di quello che abbiammo dentro? Che dite, baccelli miei, non sarebbe una sorpresa? Pensate a quante facce vedremmo ridere per la prima volta; a quante ne vedremmo con addosso una rabbia che fino a ieri stava sotto gli zigomi; a quante vedremmo rigate di lacrime! Invece, no. Anche domani ognuno si metterà davanti allo specchio e cercherà di assomigliare a quello che gli altri vogliono vedere. Perchè non abbiamo il coraggio di farci vedere per quello che siamo davvero? Perchè continuiamo ad affidarci a creme antirughe e pillole della speranza?

Non c'è più nessuno che sappia invecchiare accanto a se stesso. La nostra vera faccia non la conosciamo più. Chissà sotto quanti strati di consuetudine si è nascosta!

Stasera, ed è presto, ho spento il televisore e sto per aprire un libro. Mi sento quasi un rivoluzionario. Non guarderò né films né tocsciò né fixions né rialiti e neppure dividì.

Se ne avessi una, accenderei una candela e leggerei alla luce della fiamma.

La rivoluzione è cominciata.

Cari baccelli (e, vi giuro, questo modo di chiamarci fra di noi è talmente pieno d'affetto che se ve lo spiego piangiamo tutti), stasera non voglio più vedere ma solo guardare. Leggerò, riempirò un portacenere di mozziconi e andrò a dormire presto.

Mi sembra di aver premuto il bottone di lancio di un missile. Fatelo anche voi.

Anzi, facciamolo tutti insieme.

Che stupidi quelli che non hanno mai votato Berlusconi ma non si sono mai scollegati da Canale5: l'avete votato lo stesso.

Stasera parte l'anarchia, almeno per me. Niente tv. Non voto per nessuno.

E il libro l'ho scelto io.

Sembra un gesto da eroi, ma è solo il minimo che si possa fare per evitare di fare come gli aironi che diventano tutti rosa a forza di mangiare sempre gamberetti.

Stasera il mio colore è solo mio.

Coloratevi anche voi.

Buonanotte.

14 gennaio 2007

E' UNO DI QUEI GIORNI CHE...


...ho voglia di bestemmiare. Stavate già cantando la canzone della Vanoni? Vi ho fregato, baccelli! Oggi avrei davvero voglia di bestemmiare. E fallo, direte. E perchè? Perchè sprecare fiato ad insultare qualcuno che non è nella stessa stanza? Mamma mi ha insegnato che non si parla male di chi è assente, e Dio, in questi giorni, è assente. Almeno per me.

Vorrei avere un dialogo a quattr'occhi con Lui e chiedergli perchè cazzo sta andando tutto così storto. Ma non parlo solo del mondo, baccelloni miei, parlo anche di me. Mi sta andando tutto di traverso. Anzi, no, meglio dire che non mi sta andando niente dritto. Non attaccate con la storia del bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno: il mio l'ha già portato via la barista.

Vorrei fare due chiacchiere con l'Architetto Supremo e dirgli, dal basso della mia rettilitudine, che qualcosa nel Suo progetto non funziona più. Un danno strutturale sta minando quel grattacielo di merda che chiamiamo terzo millennio. Lui, certamente, e con tutte le ragioni, mi farebbe notare che siamo noi bipedi a piantar su un casino dietro l'altro. E non saprei dargli torto. Ma Gli chiederei "perchè". Perchè i casini li fanno gli altri e a pagare devo sempre essere io. Io e quella manica di esseri in estinzione che ancora crediamo nella lealtà, nella sincerità e nella pulizia. Perchè le stronzate le fanno sempre i soliti e noi dobbiamo lavare per terra? Perchè un mondo in cui un malato terminale implora di morire, e chi lo aiuterebbe viene accusato di omicidio, è lo stesso in cui abitano vermi che chiamano giustizia l'impiccagione di Saddam? Io odio i dittatori, ma non li farei mai morire: li farei vivere cinquant'anni nel modo in cui hanno fatto vivere i loro sudditi. E così farei anche con coloro che si proclamano paladini della libertà e bombardano per portare la democrazia.

Vorrei chiedere a Dio una seconda chance per questo pianeta.

Gli chiederei di resettare tutto, di formattare il mondo e vedere se magari funziona meglio con una versione più vecchia.

Cari baccelli, se qualcuno tra voi Lo ha sentito di recente, per favore, fatemi avere la Sua e-mail. Adesso è meglio che smetta. Torno più tardi.
La foto non c'entra niente, ma è bello ricordare i tempi in cui c'erano ancora in giro bellezza e arte.

08 gennaio 2007

VENT'ANNI FA, DUCA...

...io ero all'Olimpico di Torino che, con più simpatia e meno fiaccole spente, si chiamava Comunale. Ero militare ed avevo avuto una licenza estiva, a metà luglio.
Ho preferito non scendere al mare come tanti altri e restare a Torino.
Con pochi e veri amici ero seduto in tribuna (anche se il biglietto era del prato, ma un amico di un'amica ci ha fatti sedere lassù).
C'era un grosso e colorato ragno di metallo e tubi e vetro.
E poi sei arrivato tu, Duca, e per tre ore hai cantato, suonato, ballato, recitato ma, soprattutto, sei stato quello che avevo immaginato ascoltando i tuoi dischi: un artista completo e generoso. C'era Peter Frampton alla chitarra e tutti abbiamo pianto, ma sul serio, quando hai cantato Heroes perchè lo stavamo cantando anche noi e, solo per dieci minuti, siamo stati eroi davvero.
Ho rivisto il concerto in VHS ma non mi è piaciuto. Sembrava il filmino del matrimonio degli amici, quei filmini che non vedi l'ora che finiscano; non perchè siano brutti, ma perchè quello che ricordiamo di quei momenti non è mai quello che rivediamo.
E ricordo il Glass Spider Tour perchè era la prima volta che mi trovavo così vicino ad un artista, così coinvolto, così adulto nonostante la giovinezza. Ecco, David, perchè ti hanno sempre criticato in tanti: perchè dicevano che non crescevi mai, che continuavi ad essere un pagliaccio, a cantare sempre le stesse cose.
Ecco perchè in tanti ti amiamo e continueremo ad ascoltare le tue canzoni: perchè, secondo alcuni, erano già vecchie allora. Erano loro, i critici, ad essere già troppo vecchi ed avevano paura della giovinezza.
Noi, invece, siamo invecchiati con te e non abbiamo mai avuto paura di sentirci più giovani di quello che dice l'anagrafe.
L'età è questione di tempo.
Buon compleanno, Duca!

06 gennaio 2007

BUCHI NELLE CALZE


Storie vecchie, quelle della Befana e le sue calze e del perchè è vestita "alla romana" (nel senso che fa il tifo per Mussolini?).

Sperare in qualcosa che non sia carbone va bene per chi non crede che De Amicis sia esistito veramente, dato che Cuore oggi non è più nemmeno un libro: la Tamaro ha inflazionato anche quello.

E' arrivato il 2007 e, per quanto riguarda il sottoscrivente, si preannuncia buono. Il pacchetto applicativo ZIO2007XP si è installato in automatico ed ha inserito degli antivirus che neanche un raffreddore ci passa.
In compenso ha aperto più porte verso l'esterno e così, se prima dicevo quello che pensavo solo in determinate circostanze, adesso lo dico comunque e dovunque.
Prima o poi qualcuno mi spaccherà il muso, ma sarà un'esperienza nuova da aggiungere a quel curriculum che mi porto dietro da quasi 44 anni (in fila per 6 col resto di 2 come i gatti dello Zecchino d'Oro).

Sto lavorando in teatro ad uno spettacolo programmato per febbraio, inizierò un laboratorio che mi porterà in scena a giugno, seguo i miei allievi, comincerò (probabilmente) a scrivere per un mensile e sto macinando idee per un paio di testi che scriverò fra breve.

Il tempo ha smesso di spaventarmi già da un pezzo e certe volte mi sembra di non averne abbastanza: ma quanto ne ho? Quanto me ne resta?

E chi se se fotte.
Per poco che sia sarà già parecchio, se la voglia di sopravvivermi è così alta.

Perciò, cara Befana, le mie calze non hanno buchi o, se ne hanno, sono sottili come le maglie di un setaccio e sono lì apposta per far scivolare fuori tutto quello che non mi serve.

Si.
Dall'inizio di gennaio, e da qui all'eternità, sarò il setaccio di me stesso.
Per troppo tempo mi sono tenuto la sabbia degli altri sulle spalle.
Da adesso in poi, per favore, arrangiatevi. Io basto appena per me stesso.
E, ad essere sinceri, di molti di voi non me ne frega un cazzo.
Ma per molti di voi, invece, ho le spalle larghe e pronte. E a molti di voi voglio davvero bene.
Cercate di fare lo stesso, non solo con me ma con tutto il mondo.

Se tutti ci occupassimo soltanto delle cose e delle persone che valgono davvero per noi, ragazzi quanto tempo libero per vivere!

Calze bucate a chi ha i piedi in troppe scarpe!
Io ho due gambe, incerte ma implacabili.
Cammino per conto mio.
Se vuoi seguirmi, benvenuto.
Ma non sfottermi mai se inciampo e non criticare se mi fermo troppe volte a bere un caffè o fumarmi una sigaretta o a guardare il cielo.
Uno molto più saggio di me ha detto che "guardare il cielo è solo un modo blu di perdere il tempo".
Ha capito moltissimo, uno che sa dire le cose in questo modo.
Se non sai perdere tempo o non ti piace il blu, guarda altrove.

Ti sto cominciando ad amare, mondo fottuto.