30 maggio 2007

NON SO VOI...

...ma io non riesco più a sorridere. Cioè, lo faccio: ma è come se mi costasse uno sforzo immane. Come se fosse un gesto innaturale, che non mi appartiene. Sarà la stagione più scema del millennio, saranno le primavere che mi pesano sul groppone, non so: però le brutte notizie mi piagano più del dovuto e quelle belle non so dove andarle a cercare. Leggo qualche giornale e vedo notizie di omicidi, pestaggi, razzismi gratuiti e inopportuni, corruzione, pedofilia e governanti imbecilli che, non sapendo fare nessun mestiere, si sono buttati in politica. Ne ho abbastanza. Per questo lascio alla saggezza del mio baffuto coinquilino il commento a questi giorni. Più conosco i miei simili e più amo i gatti e i cani.

03 maggio 2007

UN PEZZO DI STORIA...

Quasi 10 anni fa, sul MESSAGGERO, Carlo Verdone parlava del suo prossimo film e veniva citato il sottoscritto in qualità di biografo del Nostro grande Carlo. Ho scoperto questo papiro frugando nel web e ve lo attacco, tanto per raccontarvi qualcosa in più di me.

Ciao, baccelloni!



Domenica 12 Aprile 1998
L’intervista

Parla Verdone,che gira ora un nuovo film e festeggia 20anni di carriera«Interpreto Armando, un tipicoesemplare di fine Millennio . E’superficiale, opportunista, vanitosocome il gallo che, mettendosi inmostra, si fa sparare dai cacciatori»
di GLORIA SATTA

ROMA - Cominciate a familiarizzare con un animale finora poco di moda: il gallo cedrone. Potete scommetterci, diventerà un mito. E il merito sarà tutto di Carlo Verdone che, al pennuto, celebre per la sua vanità smodata, dedica addirittura un film, il tredicesimo da regista e interprete della sua ventennale carriera. Il titolo è proprio Gallo cedrone, le riprese cominceranno a metà maggio tra Roma, il Nord Italia, un Paese mediorientale. Carlo, naturalmente, starà davanti e dietro la macchina da presa. Accanto a lui, Regina Orioli, la ragazzina snob di Ovosodo. La sceneggiatura è di Verdone, Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, Pasquale Plastino. I produttori sono Rita e Vittorio Cecchi Gori. Uscita prevista: metà ottobre.Provate a chiedere a Verdone come si sente alla vigilia delle riprese. Vi risponderà con una sola parola: «Caricatissimo». E mentre i suoi telefoni squillano all’impazzata, i sopralluoghi si intensificano e va a ruba il libro di Antonello Panero Un bel giorno mi imbarcai su un cargo battente bandiera liberiana (un mix dei brani più gustosi dalle sceneggiature dell’attore) Carlo accetta di raccontare in anteprima il suo nuovo personaggio, Armando. Che viene seguito in 17 anni di vita e definito dal suo creatore con una ”parolaccia” un po’ datata, eppure utile a capire: «Emblematico», dice Verdone. «Armando è un tipo emblematico».

Emblematico di che?«Della superficialità di fine Millennio. Del trasformismo, dell’immaturità, della stupida frenesia di chi brucia tutto per mettersi in mostra, illudendosi di migliorare».

Come il gallo cedrone?«Esattamente. Il gallo cedrone è un animale vanitosissimo, invece di fare chicchirichì emette un verso sgangherato. Esponendosi tanto, diventa una preda facile per i cacciatori...».Ma questo Armando ”cedrone” non si riscatta mai?«Forse, alla fine, grazie all’incontro con la giovane Orioli che gli regala umanità e poesia. C’è un colpo di scena di cui, come autore, sono orgogliosissimo. Se mi viene bene, sarà un pezzo di cinema memorabile».
Ne conosce tanti, lei, di galli cedroni?«Non sa quanti».Frequentano il cinema?«Frequentano il cinema, i ministeri, i bar, gli autobus, le spiagge. Stanno dappertutto. Sono tipi anonimi oppure potenti. Li accomuna lo stesso trasformismo, la stessa frenetica capacità di cambiare bandiera per assicurarsi privilegi e potere».Tutti così, alla fine del Millennio?«Moltissimi. Viviamo in un periodo di grande confusione».
L’antidoto?«Il buon esempio dovrebbe venire da chi comanda. Senza autorità ma in nome di una grande autorevolezza». E i politici sono in grado di dare il buon esempio?«Dovrebbero essere più umili e mettersi dalla parte del cittadino che non ha i loro privilegi...».Secondo lei, la Sinistra oggi al potere capisce questa lezione?«Speriamo. Altrimenti avrebbe ragione Nanni Moretti, che nell’ultimo film grida a D’Alema Di’ una cosa di sinistra esprimendo efficacemente il disagio di chi, dalla politica, si aspetta una maggiore coerenza».
Anche il suo nuovo film avrà un sottofondo moralistico, come ”Aprile”?«Il mio è un cinema diverso da quello di Moretti. Con grande sincerità, io ho sempre fatto la commedia ispirandomi alla vita contemporanea. Nanni è più intellettuale. Ha un seguito notevolissimo, i fans lo considerano una figura di riferimento. E’ un artista che spinge a riflettere con il suo stile crudo, a volte irritante, sempre moralistico. Riequilibra questo momento di superficialità estrema, e per questo è fondamentale».